Sarà sicuramente perché a sparare a caso ogni tanto ci si prende, ma questo troppo con il quale si usa dipingere lo Scorpione pare dipinga perfettamente anche me.
Questa caratteristica dell’esagerazione, chiaramente la mia caratteristica principale, mi ha sempre spinto e frenato allo stesso tempo: ho amato fino a finire in ospedale, ho pianto fino a finire in ospedale, ho fatto sport fino a finire in ospedale, ho mangiato fino a finire all’ospedale.. alla fine ho alzato bandiera bianca, ed oggi ci lavoro anche, in un ospedale.
Insomma, questo mio essere “troppo” ha condizionato pesantemente le mie scelte e la mia vita tutta. Eh sì, perché quando fai troppo qualcosa, finisci per dimenticarne molte altre.
Ogni volta la stessa storia: un’isola andava giù – tutte le isole andavano giù.
Questo tran tran si sarebbe potuto anche accettare o considerare normale, se non fosse che accadeva con la stessa frequenza con la quale il mio cane Pez abbaia al postino.
Così ho architettato il piano dei compartimenti stagni: pensavo che se fossi riuscita ad isolare i compartimenti della mia vita, il virus del “troppo” non li avrebbe infettati o quanto meno non li avrebbe infettati tutti assieme.