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Una copywriter è contemporaneamente una supereroina, un idraulico e il papa.
Quando ero piccola il mio passatempo preferito era provare cose nuove. Non suonare la chitarra, né cambiare i vestiti alle bambole, e nemmeno fare torte. Nah. Mi piaceva l’idea di essere un’esperta. Avevo una fame insaziabile per qualsiasi cosa mi sembrasse fresco, nuovo, sorprendente.
Per me le persone erano possibilità. Che funzionalità del nuovo Beyblade mi poteva mostrare il mio compagno di banco? Quale oscura teoria del giardinaggio che spiegava la ragione per cui i pomodori erano cresciuti in modo spropositato mi poteva illustrare il mio vicino di casa? Quale nuovo strato di roccia sedimentaria mi poteva portare a scoprire mio cugino durante la nostra passeggiata in montagna domenicale?

Se non avevi niente di nuovo da mostrarmi, non ero interessata a passare il mio tempo con te.

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Io, mentre ti obbligo a mostrarmi qualcosa di nuovo.
Nonostante possa sembrare un criterio eccessivamente selettivo, ammetto che ancora oggi rispetto questo principio. Come ogni figlia che si rispetti, credo che la colpa della mia stranezza nelle relazioni sociali sia da attribuire ai miei genitori.
Mi ripetevano sempre che, da grande, avrei potuto fare qualsiasi lavoro avessi voluto. Visto il fatto che da bambina volevo conoscere ogni cosa, avrebbero dovuto prevedere che avrei preso quell’incoraggiamento come un invito a voler fare ogni lavoro possibile da grande. Una supereroina, un idraulico, il papa. Ovviamente ero cosciente del fatto che la professione di papa fosse aperta solo agli individui di genere maschile, ma avevo già intenzione di diventare anche un uomo da grande, quindi il problema non si poneva. Nella mia testa sarei diventata tutto ciò e molto, molto altro. E tutto in una volta sola.

Poi, alle elementari un’insegnante irragionevole mi disse che avrei dovuto scegliere solo una professione.

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Una delle professioni che la mia irragionevole insegnante considerava ragionevole.
“Come sarebbe a dire solo una professione?” Avrei dovuto scegliere tra supereroina e idraulico. Secondo lei sarei potuta diventare una supereroina, ma era semplicemente impossibile che diventassi papa.
Ovviamente non la presi bene. In che modo avrei mai potuto accettare un’idea tanto ridicola? Semplicemente non l’accettai.
Da quel momento lessi libri, guardai video e documentari, ascoltai persone, feci domande. Studiai incessantemente come affinare i miei superpoteri, quali fossero le più efficienti tecniche di pulizia per i nuovi rubinetti filtranti, e quale interpretazione e analisi delle scritture fosse alla base dell’ultima enciclica.
Ad oggi rimbalzo tra un argomento e l’altro, tra un’idea e l’altra, sempre in cerca di quel qualcosa di fresco, nuovo, eccitante da aggiungere alla mia collezione personale. E poi riverso tutto quello che ho imparato sulla prima persona che mi capita a tiro. Perché ovviamente, sono diventata un’esperta in materia.
Ma cosa hanno a che vedere la mia evidente confusione identitaria e i miei deliranti sogni di bambina col fare la copywriter? Beh, fare la copywriter mi permette di essere qualsiasi cosa io voglia essere: cerco costantemente quella cosa nuova, fresca, eccitante nella quale mi possa immergere e diventarne un’esperta per poi convincere più persone possibili a provarla.

Ergo, come copywriter sono contemporaneamente una supereroina, un idraulico, il papa e molto, molto altro.